Carissimi, nel Santo Natale contempliamo un grande mistero: l’incarnazione del Verbo. Dio realizza finalmente il suo desiderio di farsi conoscere ed unirsi ancora più intimamente a noi. E lo realizza nella misura massima: assumendo la nostra stessa natura umana. L’incarnazione realizza il fine dell’amore che è l’unione tra Dio è noi. Il Verbo incarnato è infatti l’Emmanuele, cioè il Dio tra noi e con noi.
Non potendo, infatti, andare noi a Lui, è Lui stesso che viene a noi.
L’incarnazione rivela ancora e nella massima espressione, la sollecitudine divina per l’umanità peccatrice, ma realizza anche il fine dell’amore: l’unione di Dio con l’uomo. Dio manda in mezzo a noi il suo stesso Figlio: quale stupenda prova d’amore! Gesù stesso esclama: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).
Dio Padre non desidera altro che essere riamato nel Suo Figlio Gesù.
Per questo disegno di amore Egli ha scelto una donna, Maria di Nazaret, una semplice, umile, piccola donna che ha preparato sin dall’eternità, perché potesse accogliere nel suo seno il Dio fatto uomo.
Maria dà alla luce il Verbo fuori da Betlemme, in una grotta, dove non c’è il frastuono, il turbamento umano, le potenze del male. Gesù nasce in questa intimità semplice e trasparente. Lo Spirito Santo ha condotto la Sua sposa lontano dai curiosi sguardi umani. La Santa famiglia è visitata da semplici pastori che non si lamentano perché la loro grotta è stata “occupata”, ma gioiscono di quella gioia che sgorga da un cuore semplice. Entrano, adorano, ritornano nei campi in silenzio. La loro gioia è tutta interiore, ma è una “grande gioia”.
Miei cari, ritorniamo alla bellezza della semplicità e della sobrietà. Riscopriamo il gusto dell’attesa e della gioia interiore.
Il nostro amato Papa Francesco così ci esortava nell’imminenza del Natale dello scorso anno:
“ …mi domando: siamo in attesa o siamo chiusi? Siamo vigilanti o siamo sicuri in un albergo, lungo il cammino e non vogliamo più andare avanti? Siamo pellegrini o siamo erranti? …Vigilare! Cosa succede in noi se viene il Signore o se non viene? Se c’è posto per il Signore o c’è posto per feste, per fare spese, fare rumore…La nostra anima è aperta, com’è aperta la Santa Madre Chiesa e com’era aperta la Madonna? O la nostra anima è chiusa e abbiamo attaccato sulla porta un cartellino, molto educato, che dice: “Si prega di non disturbare?”.
Ci auguriamo di poter aprire il nostro cuore e la nostra famiglia a Gesù, che viene in noi, nella nostra casa, in tutte le persone che incontriamo ogni giorno.
Auguri Santi di sereno Natale!